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Old 06-20-2011, 01:29 AM   #12
Alteregoxxx
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Default Lezioni 5 e 6 : tecniche di recording avanzate. Parte B

Quando c’è una band, un sound, un’idea, un’energia che si trasmette meccanicamente attraverso la propagazione delle onde acustiche, e quando c’è un tecnico del suono con le competenze necessarie ad incanalare questa energia, nel migliore dei modi che ha a disposizione, in un supporto atto alla registrazione, allora ci sono i presupposti per realizzare un album di “successo”, di far emozionare l’ascoltatore. Qualsiasi nuovo microfono, sommattore, plugins esoterico, “miracolizer” audio non potrà mai sopperire alla carenza musicale ed energetica dei brani.


Viceversa, energia musicale positiva, suonata alla grande, prodotta da musicisti con esperienza, buoni strumenti musicali e gusto, anche se venisse registrata con dei soli sm58 attraverso una scheda audio economica, restituirà un risultato incredibilmente professionale (sempre che lei riprese, il mixaggio ed il mastering vengano filtrati da conoscenze tecniche approfondite come quelle che vengono trasmesse a chi frequenta il corso per tecnico del suono di Scuolasuono.it.

Ricordati, non sono le attrezzature che fanno il sound, sono i musicisti, i produttori ed il tecnico del suono! Le macchine non c’entrano.

Preproduzione, live in studio e multitraccia:

Con un criterio assolutamente analogo, la maggior parte dei tecnici del suono intervistati da me nelle interviste che troverai all’interno del corso per tecnico del suono avanzato, ritiene che le registrazioni migliori siano quelle realizzate in un tempo molto breve, nel quale viene condensata l’energia di tutto il disco e che, al contrario, registrazioni realizzate in tempi molto lunghi, tendono generalmente a peggiorare e a demoltiplicare le potenzialità del lavoro. Lavorare in maniera veloce in studio di registrazione (o nella tua cantina di casa, non ha importanza) non significa buttare su il lavoro in preda alla fretta: significa evitare di snervarsi di fronte ai microfoni ed alle casse a beneficio di un risultato certo.

Per ottenere un buon “prodotto” nel minor tempo possibile, sfruttando appieno l’ispirazione che risiede nella fluidità di lavoro, il consiglio di molti di questi esperti è quello di condensare la maggior parte delle energie nella preproduzione: il lavoro che viene svolto prima che i musicisti vengano registrati.

Poniamo il caso di una rock band: il tecnico del suono che si occuperà di registrare questa band, in assenza di un produttore artistico (cioè il 99% delle volte), dovrà essere lui ad effettuare la preparazione alla registrazione con la band; questo implica passare assieme delle serate a prove, partecipare con autorità nelle scelte stilistiche, soniche, di arrangiamento dei brani, degli strumenti, ecc… Il tecnico del suono, oggi come oggi, quando lavora su progetti di terze persone, non può permettersi di rimanere asettico, barricato dietro al suo mixer o alla sua interfaccia audio, nella speranza che la registrazione funzioni bene.



Oggi, in Italia, il ruolo del produttore artistico, come ha confermato Enrico La Falce nella sua intervista, è praticamente scomparso al contrario di quanto avviene in molti altri paesi d’Europa e del mondo in cui la musica viene ancora considerata come qualcosa di serio dalla maggior parte delle persone. Il tecnico del suono perciò deve essere psicologicamente preparato ad essere lui stesso punto di riferimento e guida artistica delle band che registra e, per diventare un punto di riferimento, occorrono 2 cose: la preparazione teorica e teorico/pratica (che a questo punto sai già dove reperire…) e l’esperienza. Della prima me ne posso occupare io col mio corso per tecnico del suono, ma della seconda sarai tu a dover trovare il modo, la strada, la via migliore per acquisirla (anche a costo di guadagnare solo esperienza ed aria per i primi lavori!!!).

In definitiva possiamo dire che: il lavoro di preproduzione determina, in realtà, la buona riuscita di un disco per l’80% !

Se questa fase è portata avanti con criterio, con competenza, puntando molto a lavorare sulla band prima della registrazione, il lavoro di tracking, ossia la fase di acquisizione audio vera e propria, risulterà essere gradevole, piacevole, ispirante. Viceversa, se la band dovesse giungere impreparata alla fase di registrazione (il che significa non avere le idee chiare sulle strutture dei brani, sull’arrangiamento, sui suoni e sulle parti suonate) la fase di acquisizione risulterà essere pesante, snervante, noiosa, eccetera.

È pur vero che oggi come oggi le tecnologie che ci vengono messe a disposizione ci permettono, in maniera assolutamente semplificata rispetto quello che succedeva fino a qualche decennio fa, di creare takes perfette grazie al lavoro di editing (ossia le capacità che ci danno i sequencer come Protools, Cubase, Logic, Repaer, ecc.. di effettuare le operazioni taglia, copia, incolla). Il rovescio della medaglia è che, con tutta questa “libertà”, si finisce per registrare 10 o 15 takes per strumento per ogni canzone rimandando il lavoro di perfezionamento musicale alla fase di editing che, in realtà, sarebbe deputata all’ottimizzazione più che al restauro musicale…



Ti sembra libertà, sinceramente, questa? Certo che lo è, ma questi strumenti devono essere utilizzati nel modo corretto, non per far suonare dritto un batterista storto… quello è un lavoro che deve fare il batterista durante le ore di studio del suo strumento. Allo stesso modo, l’editing non deve servire per far “andare assieme” i componenti della band: questo è un obiettivo da raggiungere a prove, non durante la registrazione!

Bada bene, te lo dice uno che ci è passato, uno che, attratto dalle potenzialità di Protools, ha preferito per lungo tempo registrare i musicisti chiedendogli di rifare 10 volte ogni singola parte, tant’è che, all’interno del corso per tecnico del suono avanzato, troverai anche diverse ore di lezioni molto approfondite sulle tecniche avanzate di editing (compresi tutti i segreti del mestiere senza veli e senza inganni) che ti spiegano come restaurare una performance musicale dalla a alla zeta…

Tuttavia si cambia, si cresce, e nel tempo le cose che ritenevamo date per scontate, a volte, vengono rimesse in discussione da nuove esperienze, da nuovi avvenimenti e dal contatto con le persone più esperte di noi, e questo vale anche per me!

Ritornando a noi, il concetto è: investire molte energie nella fase di preproduzione (investimento a basso costo) per risparmiare tempo, energia musicale e denaro nella fase di registrazione e missaggio (investimento ad alto costo) . Una band che arriva preparata alle sessioni di registrazione garantisce al tecnico del suono un lavorare fluido, appagante, incredibilmente ispiratore o, a beneficio di tutti, della band in prima persona, della registrazione, del lavoro finale che uscirà da quello studio.

A mio avviso, una band risulta essere pronta per entrare in studio di registrazione quando le registrazioni in diretta fatte in sala prove con un registratorino mp3 riescono ad emozionare chi le ascolta. E’ un criterio di valutazione semplice: registra in sala prove, fai sentire agli amici ed ai parenti, se vedi che quel materiale emoziona, pur essendo ripreso in maniera economica, allora è il momento di iniziare a fare sul serio e di entrare in fase di produzione nello studio di registrazione!



Il tecnico del suono che deve registrare una rock band ha a disposizione due approcci fondamentali: registrare un live in studio oppure concentrarsi sulla registrazione multitraccia strumento per strumento. A questo punto le opinioni che ho raccolto dai vari professionisti si dividono: c’è chi preferisce lavorare partendo da una registrazione “veloce” della band che suona in contemporanea per poi andare a sostituire strumento per strumento in sessioni di registrazione dedicate, c’è chi preferisce (e chi alla possibilità di) registrare tutti i musicisti nello stesso momento, ognuno microfono nel suo boot o sala di ripresa, c’è chi utilizza i due metodi combinati, ma in definitiva la fase di tracking è caratterizzata dal modo di lavorare il fonico e del produttore (spesso la stessa persona).

In linea di massima però possiamo dire che, registrare tutti gli strumenti assieme, ha il potente vantaggio di mantenere intatto il sound e lo spirito della band, ma è necessario uno studio di registrazione dotato di molti ambienti insonorizzati per registrare i vari strumenti assieme. Viceversa, lavorare a strumenti separati, garantisce una maggior precisione e cura nei dettagli di ogni parte suonata, lo si può fare agevolmente i qualsiasi home studio semi professionale ma allunga si corre sempre il rischio di incappare nella “libertà” in cui i software di oggi ci imprigionano se non si tiene alta la guardia… (quante ore di inutile editig ho sprecato nella mia vita, se solo avessi saputo prima queste cose, se solo qualcuno me le avesse dette, se solo avessi saputo ascoltare… c’è di mezzo achee l’umiltà in questo discorso). Infine esistono metodi di lavoro misti: ognuno ha il suo, ogni produzione è diversa dalle altre, ogni giornata è una giornata a sé.
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